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Bonus edilizi: restare con i piedi per terra

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Anche in questo caso vale la frase “cash is king”, ossia la questione principale è disporre della liquidità necessaria.

Per questa ragione il primo consiglio che mi sento di dare in riferimento ai bonus edilizi è di essere molto concreti ed evitare voli pindarici.

Non partire con la convinzione del tutto errata che sia possibile “rifare casa” senza spendere niente e, soprattutto, senza disporre di denaro, avendo ben presente la differenza tra finanziario (uscite di denaro) ed economico (costi).

Esistono bonus edilizi a uscita finanziaria zero?

L’unico bonus casa che prevede il pressoché totale azzeramento dei costi (ma non delle anticipazioni finanziarie) è il superbonus 110%; tutti gli altri bonus edilizi danno diritto a una detrazione IRPEF dal 50% all’85%.

Quindi è corretto dire che con il superbonus 110% non si spende niente?

Esistono bonus casa a costo zero?

Direi proprio di no.

E rimarco la differenza tra spesa e costo.

Spendere significa pagare (= uscita di denaro, movimento finanziario). L’uscita finanziaria avviene per tutti i bonus edilizi, a meno che qualche fornitore non conceda lo sconto in fattura, alquanto improbabile per i lavori edili di ristrutturazione. Questo significa che il contribuente deve disporre di denaro proprio o deve essere certo di ottenere un prestito dalla banca e quindi avere merito creditizio.

Prima di iniziare anche solo a pensare di ristrutturare un immobile, è necessario, con il massimo realismo, interrogarsi sulla cifra disponibile.

Se non si dispone di nulla e se si è consapevoli di avere già ottenuto dalla banca qualche prestito, per esempio per l’auto, per la propria attività, bisogna considerare che forse non è il caso di indebitarsi ulteriormente e/o che la banca non potrà ritenere quel cliente ulteriormente meritorio di credito.

Di quanto bisogna disporre?

Per quanto riguarda il superbonus 110% che è il bonus edilizio più conveniente e anche il più complesso e lungo da perseguire, occorre disporre inizialmente di almeno un terzo della cifra complessiva a cui aggiungere almeno un ulteriore 20% per lavori che non rientrano nel superbonus e/o che eccedono i limiti previsti dalle norme.

Per esempio se il lavoro 110% stimato è di 200.000 euro, la somma di cui disporre deve essere di almeno 80.000 euro (30% di 200.000 + ulteriori lavori ed eccedenza).

Il superbonus 110%, attraverso la cessione del credito, prevede la restituzione pressoché integrale delle cifre spese, ma queste operazioni non sono immediate, richiedono mesi di tempo e una infinità di adempimenti. Inoltre bisogna tenere presente che il superbonus 110% si riferisce solo ad alcuni lavori come il tetto, il cappotto, gli impianti di riscaldamento, i serramenti, il fotovoltaico, per citare i principali, e ha dei limiti ben precisi di cifre massime spendibili. Non riguarda per esempio il rifacimento del bagno. Ed accade spesso che si affianchino a lavori che rientrano nel 110% anche altri lavori che danno diritto a detrazioni minori e spalmate su un numero maggiore di anni.

Quindi, ancor prima di fissare appuntamenti con tecnici (architetti, ingegneri, geometri, termotecnici) e commercialisti per la consulenza preliminare e i visti di conformità e prima di chiedere preventivi analitici alle varie imprese, andate in banca.

E solo se siete certi di disporre della liquidità indispensabile procedete con i passi successivi che vi illustrerò in un prossimo articolo.

Mirna Pioli

Commercialista

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