Procediamo con ordine:
. hai messo in pratica i vari consigli che ti ho dato qui COSA DEVE FARE IL PICCOLO IMPRENDITORE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS ;
. hai letto il mio articolo SOSPENSIONE MUTUI E FINANZIAMENTI COME FARE e quindi hai già provveduto a sospendere i pagamenti delle tue rate almeno fino al 30.9.2020;
. hai fatto il budget di cassa come consiglio qui IMPRESE SENZA LIQUIDITÀ COME FARE A SOPRAVVIVERE e ora ti ritrovi con una idea piuttosto chiara della liquidità necessaria per superare questo periodo tremendo.
Una premessa
Gli “aiuti” del decreto liquidità per le imprese non sono a fondo perduto, ma sono finanziamenti garantiti in tutto o in parte dallo Stato.
Quindi debiti da restituire.
A fronte dei mancati incassi generati da impossibili ricavi di uno, due, tre… ? mesi, alle imprese che si sono dovute fermare totalmente o parzialmente per pandemia, viene concesso di contrarre debiti.
Quindi, mancati ricavi (che nel bilancio stanno nel conto economico a fronteggiare i costi) generano debiti da restituire (che nel bilancio stanno nello stato patrimoniale al passivo).
Per chi ne capisce anche un minimo di contabilità e bilanci è evidente che così non va bene.
Per fare un paragone con i sostegni ai lavoratori dipendenti è come se invece di dare loro la CIG (busta paga seppur ridotta erogata in anticipo da banche o da INPS a sua volta sostenuta dai contributi), avessero erogato un prestito da restituire in 6 anni.
Alla fine, le imprese che riusciranno a farcela, e per forza di cose non saranno tutte, saranno più indebitate di prima.
E teniamo presente che si partiva da una situazione già critica di indebitamento eccessivo nella generalità dei casi.
Fine della premessa, doverosa perché i proclami politici ripresi dai vari giornalisti che usano termini come “bazooka per le imprese”, “poderosi aiuti”, “potenza di fuoco” e altre roboanti e illusorie comunicazioni a effetto, devono essere tradotti in DEBITI DA CONTRARRE, seppur garantiti in tutto o in parte dallo Stato.
Procedo col valutare quindi ciò che è possibile fare ora.
PAROLA D’ORDINE SOSTENIBILITÀ FUTURA
Stai per aggiungere debiti a quelli che probabilmente hai già, non pensare quindi solo all’adesso, a cosa ti serve in questi mesi, ma pensa al dopo e soprattutto abbozza una previsione prudenziale su quando e come sarai in grado di restituirli.
Nelle valutazioni ricordati che le rate che hai sospeso ripartiranno dal 1.10.2020 (termine prorogato al 31.1.2021).
Quindi è fondamentale fare calcoli di sostenibilità, che significa capacità di restituzione.
Proprio per questo, il consiglio che mi sento di darti, è di non prendere in considerazione le alternative proposte dalle banche, anche se le cifre sono superiori, anche se magari e forse qualcuno ti dice che le procedure, essendoci già, sono più veloci.
Non pensare solo alla cifra, valuta molto bene il periodo di preammortamento e la durata.
I finanziamenti previsti nel decreto liquidità prevedono preammortamenti fino a 24 mesi, significa che per due anni non dovrai restituire rate, e ciò è fondamentale per la sostenibilità del debito, visto che molto probabilmente il 2020 lo dobbiamo dare per perso, il 2021 servirà per rimetterci in sesto e quei 24 mesi sono tutti necessari.
Inoltre, la durata è prevista fino a 6 anni. Importantissima e già breve per ciò a cui deve fare fronte. Impensabile fare finanziamenti a 3 anni, tranne casi eccezionali di imprese.
Il decreto liquidità prevede prestiti agevolati alle imprese e professionisti, coperti da garanzie esterne: il Fondo di garanzia per le Pmi (per le aziende più piccole, fino a 499 dipendenti) e Sace per le società più grandi.
Passo alle caratteristiche dei finanziamenti previsti per le aziende fino a 499 dipendenti e 3.200.000 di fatturato, per quel poco che finora è emerso, fermo restando che in questo momento le banche, nonostante la circolare ABI del 9 aprile, sono ancora piuttosto indietro per procedure e modalità, diciamo che alcune raccolgono i nominativi degli interessati.
I mini prestiti fino a 25.000 euro previsti nel decreto liquidità
. per micro, piccole imprese e lavoratori autonomi, professionisti (restano comunque escluse le imprese/professionisti che presentano esposizioni classificate come “sofferenze” ai sensi della disciplina bancaria);
. garantiti al 100% dal Fondo centrale di garanzia PMI;
. inizio del rimborso del capitale non prima di 24 mesi dal momento di erogazione;
. durata massima 6 anni;
. importo non superiore al 25% dell’ammontare del fatturato 2019 e in ogni caso non superiore a 25.000 euro;
. autocertificazione danni dall’emergenza COVID 19 ai sensi dell’art. 47 DPR 445/2000;
. rilascio della garanzia automatico e gratuito nessuna istruttoria bancaria.
Evidenzio che i 25.000 euro trovano il limite massimo del 25% del fatturato, quindi se tu hai fatturato nel 2019 60.000 euro, il massimo che potrai ottenere è 60.000 x 25% = 15.000 euro.
Il rilascio della garanzia è automatico e gratuito e la Banca eroga il finanziamento senza attendere l’esito della istruttoria del Fondo di garanzia.
Per inviare richiesta devi compilare questo modulo SCARICA QUI e inviarlo a mezzo Pec anche non certificata alla tua banca.
I prestiti superiori a 25.000 euro previsti nel decreto liquidità
. per piccole medie imprese fino a 499 dipendenti e con fatturato fino a 3.200.000 euro (restano comunque escluse le imprese che presentano esposizioni classificate come “sofferenze” ai sensi della disciplina bancaria);
. garantiti al 90% dal Fondo centrale di garanzia PMI che può arrivare al 100% se l’ulteriore 10% è garantito dai consorzi fidi privati (Confidi);
. inizio del rimborso del capitale non prima di 24 mesi dal momento di erogazione;
. durata massima 6 anni;
. importo non superiore al 25% dell’ammontare del fatturato 2019;
. autocertificazione danni dall’emergenza COVID 19 ai sensi dell’art. 47 DPR 445/2000;
. per questa categoria di prestiti c’è la valutazione del merito di credito e quindi una istruttoria bancaria seppure ridotta in quanto non è prevista la valutazione andamentale che è quella degli ultimi sei mesi.
Spero di esserti stata di aiuto, appuntamento al prossimo aggiornamento.
Un passo dopo l’altro, ma ogni passo va fatto bene.
Nel mentre, e se non lo hai ancora fatto, puoi acquistare QUI il mio e-book sul controllo di gestione per le piccole imprese, facili e concreti concetti che mai come in questo momento ogni piccolo imprenditore dovrebbe ben conoscere
Buon pomeriggio.
In relazione al mini prestito di euro 25mila, considerato che l’importo non dovrà essere superiore al 25% dell’ammontare del fatturato 2019 e considerato che siamo ben lungi dal chiudere la dichiarazione dei redditi per l’anno fiscale 2019, quale documentazione potranno richiedere gli istituti di credito se non una autocertificazione del richiedente?
Grazie
Buon pomeriggio Corrado, si parla di ultima dichiarazione fiscale e credo potrà essere utile la denuncia annuale IVA. Del resto ci sarà da capire cosa si intende per fatturato, se è volume d’affari lo troviamo in denuncia IVA, se sono i ricavi (o incassi per i professionisti) li troviamo sui redditi e sono concetti diversi. A mio parere e andando per logica credo che la denuncia annuale IVA possa essere il documento giusto da esibire, anche se l’invio telematico è stato differito e quindi in teoria potrebbe non essere ancora stata compilata.