equilibrio finanziario

L’equilibrio finanziario della tua azienda

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Nel post Il bilancino di verifica ti ho parlato della necessità di attribuire maggiore importanza a questo documento di analisi periodica.

Ora vorrei illustrarti, in modo molto semplice, quali sono i dati fondamentali da analizzare per comprendere se la struttura finanziaria della tua impresa è solida o se necessita di correttivi.

Ricordo che solo le ditte in contabilità ordinaria possono stampare direttamente un bilancino di verifica, mentre quelle in semplificata devono recuperare molti dati in modo meno agevole in quanto la loro contabilità non prevede la registrazione della parte finanziaria.

Lo Stato Patrimoniale riclassificato

Il bilancio è composto dallo Stato Patrimoniale (attività e passività) e dal Conto Economico (costi e ricavi).

Per ciò che dobbiamo analizzare in questo post è sufficiente disporre dello Stato Patrimoniale e riclassificare (raggruppare) le voci secondo lo schema seguente che elenca nella colonna di sinistra gli Impieghi e in quella di destra le Fonti.

Gli Impieghi = come sono stati impiegati i mezzi finanziari nell’azienda; rappresentano flussi finanziari in entrata in quanto i crediti verranno incassati e le rimanenze vendute.

Le Fonti = come sono composti i mezzi finanziari; rappresentano flussi finanziari in uscita in quanto i debiti verranno saldati.

Stato Patrimoniale riclassificato

Disponibilità liquide correnti Passività correnti
Disponibilità liquide differite Passività a medio-lungo termine
Rimanenze
Immobilizzazioni Mezzi propri
Totale Impieghi Totale Fonti

E ora analizziamo le singole voci che lo compongono:

Disponibilità liquide e correnti = il denaro liquido e i valori ad esso assimilabili;

Disponibilità liquide differite = i crediti esigibili entro 12 mesi;

Rimanenze = le materie prime, i semilavorati, i prodotti finiti, le merci in magazzino;

Immobilizzazioni = i crediti esigibili oltre i 12 mesi, i beni materiali ammortizzabili, per esempio l’arredamento, i computer, i macchinari specifici, gli autocarri, i beni immateriali ammortizzabili come i diritti, i brevetti e i marchi.

Passività correnti = i debiti scadenti entro 12 mesi;

Passività a medio-lungo termine = i debiti con scadenza oltre i 12 mesi;

Mezzi propri= il capitale apportato dall’imprenditore o dai soci, la liquidità lasciata nell’azienda attraverso la rinuncia al prelievo degli utili conseguiti.

L’equilibrio finanziario come obiettivo

Hai notato che ho scritto le voci in due colori differenti?

Perché due sono gli equilibri da porsi come obiettivi:

.  equilibrio finanziario a breve termine = le fonti di finanziamento a breve devono finanziare gli impieghi a breve;

. equilibrio finanziario a medio-lungo termine =  le fonti di finanziamento a medio lungo termine e i mezzi propri devono finanziare le immobilizzazioni.

È logico comprendere che se l’indebitamento a breve termine viene invece utilizzato per finanziare l’acquisto di immobilizzazioni vi saranno problemi nella restituzione dei finanziamenti.

Quindi è molto importante che l’impresa sia tenuta monitorata dal punto di vista finanziario.

L’analisi dell’equilibrio finanziario

Deve essere effettuata periodicamente ed è necessario disporre di almeno due bilanci di periodi differenti per confrontare l’andamento nel tempo.

Solo in questo modo l’analisi è efficace.

Gli indici di liquidità

Vi sono degli indici, piuttosto semplici da calcolare, che permettono di comprendere se l’azienda è in equilibrio finanziario.

In questo post analizzo i quattro indici di Liquidità.

Il capitale circolante netto (CCN)

Capitale circolante netto = (Disponibilità liquide e correnti + Disponibilità liquide differite + Rimanenze)  – Passività correnti

È una differenza e il risultato è in euro. Se la differenza è positiva significa che c’è equilibrio tra fonti e impieghi, se è negativa significa che le immobilizzazioni sono state finanziate con fonti a breve termine.

L’indice di liquidità corrente (current ratio)

(Disponibilità liquide e correnti + Disponibilità liquide differite + Rimanenze)/Passività correnti

È una divisione e il risultato è un numero. Se è maggiore di 2 la situazione è ottima, se vicino all’1,5 buona, se minore di 1,25 da verificare, se inferiore a 1 significa squilibrio finanziario.

Il margine di tesoreria

Margine di tesoreria = (Disponibilità liquide e correnti + Disponibilità liquide differite)  – Passività correnti

È una differenza e il risultato è in euro. Se la differenza è positiva significa che c’è equilibrio tra disponibilità a breve e passività a breve, se è negativa significa che le immobilizzazioni sono state finanziate con fonti a breve termine.

L’ indice secco di liquidità (quick ratio)

Indice secco di liquidità = (Disponibilità liquide e correnti + Disponibilità liquide differite) / Passività correnti 

È una divisione e il risultato è un numero. Se è maggiore di 2 significa una eccessiva liquidità, maggiore di 1 un buon equilibrio, tra 0,50 e 1 soddisfacente, inferiore a 0,50 un certo squilibrio.

Ho terminato, so che la materia non è delle più semplici, soprattutto per i non addetti ai lavori ai quali mi rivolgo.

A me però interessa che tu abbia compreso un solo concetto molto importante:

. gli investimenti a medio lungo termine vanno finanziati con indebitamenti a medio lungo termine (oltre 12 mesi);

. gli investimenti a breve termine vanno finanziati con indebitamenti a breve termine (entro 12 mesi).

Questa è la sintesi di ciò che c’è scritto nel post e che è bene ricordarti sempre.

La prossima volta passerò agli indici di solidità, coinvolgendo anche la parte blu dello schema di Stato Patrimoniale riclassificato.

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Mirna Pioli

Commercialista

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