In questo articolo riprendo l’argomento del ricarico con particolare riferimento ai commercianti al dettaglio di abbigliamento.
Spesso mi viene chiesto come fare ad applicare il ricarico di un negozio, o se il metodo adottato è corretto, cerco quindi di dare il mio contributo con qualche esempio e consiglio.
Ti suggerisco, se non lo hai già fatto, di leggere questo mio articolo Come calcolare il ricarico , dove trovi anche la differenza tra ricarico e margine.
Normalmente i commercianti al dettaglio di abbigliamento, per determinare il prezzo di vendita, prendono il costo di acquisto di un prodotto senza l’IVA e lo moltiplicano per un numero che va da 2 a 3 e ottengono così il prezzo da esporre che comprende l’IVA.
Supponendo che il numero applicato sia 2,5, per verificare la percentuale di ricarico si procede in questo modo;
costo di acquisto prodotto 50 euro (IVA non compresa) x 2,5 = 125 euro prezzo di vendita (IVA compresa)
125 euro meno lo scorporo dell’IVA (125 x 100 / 122) = 102,46 prezzo di vendita senza l’IVA
102,46 – 50 = 52,46 ricarico o guadagno lordo
52,46 / 50 x 100 = 104,9% ricarico a percentuale
A molti non addetti ai lavori, la moltiplicazione per un numero che va da 2 a 3 può fare pensare che i commercianti al dettaglio guadagnino chissà quali cifre. Bisogna però tenere presente l’IVA (che non rappresenta né un costo né un ricavo ma una partita di giro per il commerciante) e, soprattutto, non si possono dimenticare i periodi dei saldi e delle promozioni che oramai sono più lunghi di quelli delle vendite normali né le merci invendute.
Inoltre, il commerciante al dettaglio deve far fronte ai costi fissi, come per esempio l’affitto, le tasse comunali, le spese relative all’amministrazione, il software, le utenze, l’assicurazione e, se ha dei collaboratori, anche i costi dei dipendenti e poi deve sostenere i suoi contributi previdenziali e corrispondere le imposte.
Vediamo quanto rimane al commerciante, ipotizzando acquisti di merci per 100.000 euro + IVA, venduto a prezzo pieno pari al 50%, venduto in saldo e promozione al 30%, di cui la metà con sconto 30% e il restante con sconto 50%, e le rimanenze invendute al 20%.
Il 50% a prezzo pieno viene venduto realizzando 102.450 euro + IVA (50.000 + 104,9% ricarico vedi sopra).
Il 15% dei saldi con uno sconto del 30% realizzando 21.514 euro + IVA (15.000 + 104,9% – 30%).
Il 15% dei saldi con uno sconto del 50% realizzando 15.367 euro + IVA (15.000 + 104,9% – 50%).
In questo modo, a fronte di acquisti totali pari a 100.000 + IVA, i ricavi sono 139.331 + IVA.
Il ricarico si calcola sul costo del venduto di 80.000 (100.000 acquisti – 20.000 rimanenze invendute).
Il ricarico percentuale 59.331 / 80.000 x 100 = 74%
E il guadagno lordo è di 59.331 euro, ma la disponibilità finanziaria è ridotta dei 20.000 euro che sono rimasti invenduti, quindi è di 39.331 (59.331 guadagno – merce invenduta in magazzino).
Ecco che diventa più facile capire come mai un commerciante al dettaglio di abbigliamento che acquista 100.000 euro di merce e la rivende moltiplicando x 2,5, può fare fatica a sostenere tutti gli altri costi con la liquidità che gli rimane di soli 39.331 euro.
Ciò non significa che si debba aumentare quel numero.
Il moltiplicatore (da 2 a 3 ma anche di più in certi casi) non è una regola valida per tutti; il ricarico dipende dalla reperibilità del prodotto, dalla sua desiderabilità, dalla concorrenza, dalla percezione del negozio, dalla esperienza di acquisto.
Le regole che valgono invece per tutti i commercianti al dettaglio di abbigliamento sono queste:
. è opportuno e conveniente gestire il magazzino (carico, scarico, analisi delle vendite, inventario periodico) con un gestionale (un software). Anzi, mi sento di sostenere che è obbligatorio se si vuole sopravvivere;
. è necessario che il magazzino venga analizzato con metodo e costanza per ricavare dati fondamentali per la gestione dell’impresa di commercio al dettaglio abbigliamento;
. il ricarico va applicato con piena consapevolezza del prodotto (reperibilità, desiderabilità, concorrenza, percezione);
. bisogna evitare di appesantire le rimanenze di magazzino, facendo gli acquisti anche sulla base dei tabulati estratti dal gestionale che indicano quali prodotti si vendono di più, quali di meno, quali sono i ricarichi, quali gli incagli di liquidità;
. è necessario, ma anche qui potrei dire obbligatorio, che il commerciante al dettaglio di abbigliamento conosca il suo punto di equilibrio, ovvero i ricavi da raggiungere per essere in pareggio, al di sopra dei quali si inizia a guadagnare e al di sotto si perde.
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