Quando si apre una nuova attività, nel modello di richiesta della partita IVA, bisogna mettere il codice ATECO.
In questo post Sai perché il codice ATECO è importante? ho spiegato che cosa è ed evidenziato la necessità di ricercare con la massima attenzione il corretto codice che identifichi l’attività che si andrà a svolgere.
In base al codice ATECO, l’attività verrà inquadrata a livello previdenziale nella gestione separata INPS o nella gestione commercianti (che comprende anche i servizi) o artigiani.
Vi sono alcune attività, soprattutto quelle legate a lavori sorti negli ultimi anni, per esempio di gestione delle Pagine Facebook, di formazione, organizzazione eventi e similari, il cui codice ATECO non è di facile individuazione e si potrebbe essere indecisi su uno o più di essi.
Alcuni dei quali ricadono nell’INPS gestione separata, altri in quella dei commercianti (che comprende anche i servizi).
In pratica non è semplice classificare se l’attività che si andrà a fare sia di tipo professionale e senza una autonoma cassa di previdenza, oppure di tipo imprenditoriale.
Nella scelta del codice ATECO, si va quindi anche a definire in quale gestione INPS si verseranno i contributi.
E mentre non vi è alcun dubbio che un falegname andrà nella gestione artigiani e un commerciante di beni (online o non) andrà nella gestione commercianti, vi sono attività che presentano sfumature interpretabili in diversi modi.
Per esempio il codice ATECO 855920 – corsi di formazione e corsi di aggiornamento professionale (corsi di formazione in informatica; corsi di formazione per chef, albergatori e ristoratori; corsi di formazione per estetiste e parrucchieri; corsi di formazione per riparazione di computer; corsi di primo soccorso, antincendio, rls, rspp) comporta l’iscrizione nell’INPS commercianti; mentre il codice ATECO 855990 – altri servizi di istruzione nca (centri che offrono corsi di recupero; servizi di tutoraggio universitario; corsi di preparazione agli esami di abilitazione professionale; formazione religiosa; corsi di salvataggio; corsi di sopravvivenza; corsi di lettura veloce) comporta l’iscrizione nell’INPS gestione separata.
Supponiamo che il primo di gennaio due persone aprano la partita IVA, la prima con il codice ATECO 855920 e la seconda con il codice ATECO 855990, entrambe nel regime forfettario.
E facciamo qualche conto.
La prima con il codice ATECO 855920 si iscrive alla gestione INPS commercianti e anche alla CCIAA in quanto l’attività è di impresa.
Opta anche per la riduzione INPS del 35% prevista per chi è nel regime forfettario.
Supponiamo che il suo fatturato sia di 22.000 euro e che con l’abbattimento forfettario dei costi pari al 22%, l’imponibile sia di 17.160 euro.
L’aliquota INPS commercianti è pari al 24,09% (21,09% se minore di 21 anni) e ridotta del 35% diventa del 15,66%, con un minimale (cifra comunque da versare anche se il reddito è zero) è di 3.791,98 euro che ridotto del 35% diventa 2.465 euro.
Quindi paga all’INPS 17.160 x 15,66% = 2.687 euro
La seconda con il codice ATECO 855990 si iscrive all’INPS gestione separata e non alla CCIAA in quanto l’attività è professionale.
Non può optare per la riduzione INPS in quanto non è prevista per la gestione separata.
Supponiamo che anche il suo fatturato sia di 22.000 euro e quindi l’imponibile contributivo sia di 17.160 euro.
L’aliquota INPS gestione separata è del 25,72% e non ha alcun minimale (si paga sempre sul reddito effettivo).
Quindi paga all’INPS 17.160 x 25,72% = 4.413 euro
Ben 1.726 euro in più dell’altra posizione iscritta all’INPS commercianti.
Il reddito che parifica le contribuzioni nei casi sopra esaminati è di 9.583 euro, pari a un fatturato (al lordo dell’abbattimento di costi a titolo forfettario del 22%) di 12.286 euro.
Infatti rifacendo le due ipotesi:
. nel primo caso il soggetto iscritto all’INPS commercianti, con un reddito di 9.583 euro pagherebbe il minimale (cifra minima comunque da versare a prescindere dal reddito) di 2.465 euro.
. nel secondo caso il soggetto iscritto all’INPS gestione separata, con reddito di 9.583 euro pagherebbe 2.465 euro (9.583 x 25,72%).
Possiamo pertanto concludere che se il fatturato presunto in sede di apertura delle partita IVA è minore di 12.286 euro annui conviene scegliere un codice ATECO che si collochi nell’INPS gestione separata (nel rispetto ovviamente dell’attività effettivamente esercitata), se invece si presume di fatturare di più di 12.286 euro, conviene scegliere un codice ATECO iscrivibile nella gestione INPS commercianti.
Il dato da memorizzare è quindi 12.286 euro, “il punto di equilibrio” tra le due contribuzioni INPS.
Infine, in termini di trattamento pensionistico, la gestione separata, a parità di contributi versati, è penalizzante rispetto alla gestione commercianti e pur non essendo previsto un minimale di contribuzione, in caso di reddito inferiore al minimale previsto per la gestione commercianti, non si ha diritto alla copertura contributiva completa di dodici mesi.
Spero di essere stata di aiuto a chi si accinge alle scelte legate all’apertura della partita IVA e a chi magari la ha già aperta e desidera controllare il suo inquadramento.
Se hai bisogno di una consulenza e di valutazioni concrete per il tuo caso specifico, scegli la mia consulenza online
Se sei interessato a definire in modo più completo la tua attività o a ridefinire le tue strategie, per restare sul mercato in modo ancora più soddisfacente, scopri la nostra offerta per le piccole imprese e contattaci per informazioni QUI AIUTO PER LE PICCOLE IMPRESE
Commercialista
Il web ci ha abituati a cercare tutto, subito e gratis, navigando. Ma spesso, dopo tanto tempo perso, i dubbi restano.
Se hai bisogno di una soluzione rapida, competente, sicura, clicca qui sotto
© Mirna Pioli - Commercialista - Tutti i diritti riservati