In questo articolo tratto l’argomento della solidità patrimoniale dell’impresa.
Inizio con i principali indici di solidità patrimoniale o di struttura patrimoniale.
Ti ricordi lo schema di Stato Patrimoniale riclassificato?
Stato Patrimoniale riclassificato |
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Disponibilità liquide correnti | Passività correnti |
Disponibilità liquide differite | Passività a medio-lungo termine |
Rimanenze | |
Immobilizzazioni | Mezzi propri |
Totale Impieghi | Totale Fonti |
Disponibilità liquide e correnti = il denaro liquido e i valori ad esso assimilabili;
Disponibilità liquide differite = i crediti esigibili entro 12 mesi;
Rimanenze = le materie prime, semilavorati, prodotti finiti, merci in magazzino;
Immobilizzazioni = i crediti esigibili oltre i 12 mesi, i beni materiali ammortizzabili per esempio l’arredamento, i computer, i macchinari specifici, gli autocarri, i beni immateriali ammortizzabili come i diritti, i brevetti e i marchi;
Passività correnti = i debiti scadenti entro 12 mesi;
Passività a medio-lungo termine = i debiti con scadenza oltre i 12 mesi;
Mezzi propri= capitale apportato dall’imprenditore o dai soci, liquidità lasciate nell’azienda attraverso la rinuncia al prelievo degli utili conseguiti.
La parte in rosso si riferisce a Impieghi e Fonti nel breve termine, entro i 12 mesi.
La parte in blu invece a Impieghi e Fonti a medio-lungo termine, oltre i 12 mesi.
Consentono di verificare se la struttura finanziaria e patrimoniale dell’azienda è solida o se invece necessita di qualche correttivo.
Margine di struttura = Mezzi propri – Immobilizzazioni
Il risultato è in euro. Se è maggiore di zero le immobilizzazioni sono state finanziate interamente con mezzi propri; se è inferiore a zero le immobilizzazioni sono state finanziate anche con il ricorso all’indebitamento.
Indice di copertura delle immobilizzazioni = Mezzi propri/Immobilizzazioni
È una divisione e il risultato è un numero. Se è maggiore di 0,7 significa che c’è una buona solidità; se è tra 0,50 e 0,70 significa che la solidità è un po’ scarsa; se è inferiore a 0,33 l’azienda è sbilanciata.
Indice di autonomia finanziaria = Mezzi di terzi (Passività correnti + Passività a medio-lungo termine)/Mezzi propri
È una divisione o il risultato è un numero. Se è tra 0 e 0,5 la struttura finanziaria è positiva; tra 0,5 e 0,8 ancora discreta; tra 0,8 e 2 evidenzia squilibri da correggere; oltre 2 pesanti squilibri.
Rapporto di indebitamento = Mezzi di terzi (Passività correnti + Passività a medio-lungo termine)/Totale Fonti (Passività correnti + Passività a medio-lungo termine + Mezzi propri) x 100
Il risultato è una %. Fino al 30% significa che la struttura finanziaria è buona; dal 30% al 50% sufficiente; dal 50 al 70% tendente allo squilibrio; oltre il 70% esprime squilibrio finanziario.
Leva finanziaria = Totale Impieghi (Disponibilità liquide correnti + Disponibilità liquide differite + Rimanenze + Immobilizzazioni) /Mezzi Propri
È una divisione e il risultato è un numero. Se è pari a 1 significa che l’azienda non ha debiti; se è tra 1 e 2 significa che il capitale proprio è superiore all’indebitamento; se è maggiore di 2 significa che l’indebitamento è superiore al capitale proprio; se è maggiore di 3 l’impresa è da considerarsi sottocapitalizzata.
Ma del leverage ne riparleremo ancora quando passeremo agli indici di redditività.
Ed ecco la consueta sintesi del post. Ciò che veramente ti devi ricordare sulla solidità patrimoniale
È necessario che ci sia sempre equilibrio tra i mezzi propri (il denaro investito nell’azienda) e i debiti.
Questi indicatori vanno sempre valutati in un arco temporale, in modo da comprendere se la situazione sta migliorando o peggiorando.
Più l’indebitamento è elevato, più l’impresa è considerata rischiosa e, logicamente, dovrà corrispondere anche maggiori oneri finanziari.
Fino a che punto conviene indebitarsi?
Questo è un discorso abbastanza complesso che vedremo quando analizzeremo anche gli indici di redditività.
In ogni caso bisogna evitare la sottocapitalizzazione, l’eccesso di finanziamenti di terzi rispetto al capitale proprio.
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