Nel post sui trogloditi digitali, maleducati per scelta o veri gentili ho parlato di come ci possiamo porre per relazionarci con gli altri attraverso le comunicazioni digitali (mail, messaggi, chat).
Ora passiamo al quanto. Inteso come la somma di parole, allegati, immagini, eventuali emoticon, che compongono la tua comunicazione.
Il quanto incide sul tempo. E il tempo è prezioso, per tutti.
Anche questa volta, per semplificare, cercherò di farlo attraverso alcune classificazioni.
I tirchi digitali
. sono quelli che reputano ogni loro clic un dono
. sono quelli al massimo tre parole
. sono quelli che rispondono sì oppure no
. sono quelli che scrivono solo l’indispensabile per loro
. sono quelli che scambi per maleducati
. sono quelli che a volte lo sono davvero
Sono i tirchi digitali.
Gli ermetici digitali
. sono quelli che scrivono un piccolo enigma
. sono quelli che non si capisce cosa vogliono dire
. sono quelli che ti costringono a cercare una risposta
. sono quelli delle parole complicate
. sono quelli che devi prendere il dizionario
. sono quelli che ti fanno perdere il tuo tempo
. sono quelli dei malintesi
. sono quelli che da un messaggio ne seguono almeno dieci di chiarimenti
. sono quelli che non capiscono perché non capisci
Sono gli ermetici digitali.
Gli esondanti digitali
. sono quelli che ti mandano un allegato che ti blocca la posta
. sono quelli che melius abundare quam deficere
. sono quelli che per dire “sono d’accordo” scrivono la Divina Commedia
. sono quelli che non ti fanno mai mancare le emoticon meglio se tutte insieme
. sono quelli che pensano di renderti la vita lavorativa più piena
. sono quelli che suddividono una mail o un messaggio in tanti invii
. sono quelli ai quali a volte ti viene voglia di non rispondere
Sono gli esondanti digitali.
I giusti gentili
. sono quelli che valutano il tuo tempo al pari del loro
. sono quelli che scrivono e allegano il giusto
. sono quelli che scrivono chiari e semplici
. sono quelli che radunano le comunicazioni
. sono quelli moderati ma non avari in bei modi
. sono quelli ai quali rispondi volentieri
. sono quelli che ti fanno sorridere
Sono i giusti gentili.
Per rispettare il tempo dell’altro credo occorrano tre passaggi preliminari:
. consapevolezza che le comunicazioni digitali sono comunicazioni tra Persone reali
. capacità di mettersi nei panni dell’altro
. volontà di mettersi nei panni dell’altro
Infine, scegliere di donare all’altro attenzione, per metterlo in condizioni di comprendere, nel più breve tempo possibile e nel modo più semplice possibile, la tua comunicazione.
Mi farebbe molto piacere leggere i tuoi commenti.
Fammi sapere se questo post ti è piaciuto e, appuntamento al prossimo, dove l’argomento sarà il quando delle comunicazioni digitali!
Buona gentiletica®,
Mirna
Cara Mirna,
mi sa che indirettamente ti ho dato spunto anche per questo post 😉 …
Cmq, tu mi lanci il guanto di sfida e io cercherò di coglierlo non esondandoti troppo…
Rientrando io appunto nella categoria degli esondanti, ti elenco solo i miei motivi personali di questa mia appartenenza:
– l’essere consapevole di scrivere bene: da una parte divertirsi proprio a farlo, dall’altra vanitosamente volerlo a tutti costi dimostrare con le propri pindariche giravolte di parole
– il formulare i proprio pensieri mentre li si scrive : spesso non ho assolutamente in mente di cosa andrò a scrivere, o al massimo una vaga idea e come nel mio famoso “commento più lungo del tuo post”, tutti i miei ragionamenti sono venuti fuori sul momento e nell’avermi portato a uno sviluppo ulteriore del mio pensiero, mi hanno procurato tanta soddisfazione… per sintetizzare, anche se ormai troppo tardi: per me scrivere è pensare!
– il voler essere esaustivo nello spiegare a tutti i costi ogni ragionamento, con tutti i suoi nessi e connessi, finendo per concedermi il lusso del superfluo 😉 …
– l’essere molto egocentrico (questo è un esempio di qualcosa che mi è venuta da pensare mentre scrivo): il tuo post e il commentarlo mi sta rivelando che io scrivo più per me che per gli altri…
Finisco per dirti davvero grazie, perché mi hai mostrato questo lato che conosco bene di me, ma applicato ad una realtà concreta come quella della comunicazione digitale, e perché mi hai dato spunto per trovare il modo di migliorarmi in essa… infatti, esondare gli altri con il proprio pensiero condito troppo di parole, soprattutto su social che si nutrono solo di “aforismi”, frasi e slogan se non stupidi o peggio banali, quanto meno inutili… ti espone alla derisione e al non essere neanche presi inconsiderazione a priori, provocandoti frustrazioni ed umiliazione.
da qualche tempo
tuo affezionato amico (esondante) digitale, Gianluca :*
PS: mi ricordo un detto indiano che dice:
non dire tutto quello che hai da dire, perché finirai per dire anche quello che non devi dire
Esattamente Gianluca. Essere Gentili significa uscire dai propri panni per mettersi in quelli dell’altro. Quindi, a mio parere, significa anche trattenersi, moderarsi, per non invadere tempo e spazi altrui, ma “dare” (e non esibire) il giusto. Non è facile questo equilibrio, soprattutto sui social dove l’EGOcentrismo è spinto al massimo. Ognuno ha i suoi gusti, aforismi, frasi, canzoncine o canzoni impegnate, caviale & champagne o pane e salame. Io credo ci sia spazio per tutti e per tutti i gusti, ma sempre con moderazione, che è gentilezza e anche eleganza. A presto.